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Analisi evento 27-29 ottobre 2018

Aperto da Thomyorke, Mar 30 Ottobre, 2018, 18:20:32

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Flavioski

Citazione di: manolo il Mer 31 Ottobre, 2018, 21:43:21
Analogie con il 1966 ?
si i due eventi sono simili ma con delle differenze sostanziali,ora vado con un po' di ricordi e con un po' di dati: ottobre 1966 fu molto piovoso( 233mm a Trento) ricordo di nevicate in Paganella e Marzola a quote medie quest'anno invece praticamente non ha mai piovuto.Nel '66 non si ebbe nessuna nevicata a fine evento anzi è vero il contrario la neve precedente caduta si sciolse quasi tutta per effetto del vento di scirocco,mi ricordo che la mattina del 5 novembre andai verso la zona del Bren Center a vedere la zona allagata sotto un bel sole e un vento da sud (moderato) particolarmente caldo.
Durante le abbondanti precipitazioni dei due giorni precedenti qua a Trento non ci fu nessun fenomeno ventoso,duramente colpito invece il Lagorai e anche allora la Val Cadino con boschi rasi al suolo per un volume di 100.000 mc.
Dati pioggia : nel 66 a Cavalese 242mm Paneveggio 332  Caoria 320 Trento invece 175 contro i 224 di quest'anno.
A mezzanotte del 4 novembre 1966,tre ore prima della rottura degli argini a Roncafort l'Adige al ponte di San Lorenzo raggiunse i 6.30 m contro i 5.40 di quest'anno.
Ritengo comunque l'evento appena trascorso molto più intenso e violento di quello di 50 anni fà sia per la quantità di acqua caduta e sia soprattutto per la devastante tempesta di vento di lunedì sera che ha spazzato tutta la regione da sud a nord.
Ci ha salvato da un ben più alto numero di vittime la prevenzione che è stata fatta sul territorio negli ultimi decenni,l'informazione preventiva che una volta mancava e l'eccellente lavoro fatto dalla Protezione Civile nel regolare i flussi dei fiumi lavorando sulle dighe che per nostra fortuna questa volta erano vuote fino al giorno prima.

Preziosa testimonianza Manolo, grazie! Allora la poca neve che vedevo nelle foto (vecchie e in bianco e nero fra l'altro) era quella poca sopravvissuta da prima, io avevo solo un anno e quindi non ho ricordi diretti, ma in effetti in seguito avevo sentito/letto che a ottobre era nevicato sui monti, e pure parecchio.

Per quanto riguarda il discorso sulla prevenzione e sull'informazione sono d'accordo, la tragedia del 1966 è almeno servita per avere grossi miglioramenti a livello di difesa e prevenzione negli eventi successivi, e allo stesso modo mi auguro che questo ultimo evento possa servire per ulteriori miglioramenti, se possibile. Anche perché coi tempi di ritorno che si accorciano drammaticamente non è da escludere che capiti qualcosa di simile in un futuro non troppo lontano, purtroppo.

elnino

A mio parere questo evento come caratteristiche è più simile a quello del 1882 che del 1966.
Basta solo guardare le temperature medie durante i rispettivi eventi:

Riva/Torbole (serie omogeneizzata)
1882: 13.0°C
1966: 9.0°C
2018: 15.1°C

Cavalese (dati grezzi)
1882: 9.1°C
1966: 3.2°C
2018: 9.4°C

Va notato che l'evento del 1882 avvenne a metà settembre. Nonostante questo, abbiamo avuto temperature in media più alte nell'evento dei giorni scorsi!

Nel giorno con scirocco più intenso nell'evento del 1882 (valutato forza 6 su una scala da 1 a 10 a Cavalese, quindi non eccezionalmente intenso), la situazione sinottica ricostruita dalle 20CR è abbastanza simile a quella di lunedì:



Comunque attenzione a confrontare reanalisi del passato con output di modelli globali odierni! La risoluzione è molto diversa, così come il numero di osservazioni assimilate (soprattutto da prendere con le molle i geopotenziali di reanalisi che assimilano solo misure di pressione al suolo). Certamente però allora non si misurarono i valori di pressione di quesst'ultimo evento (ad esempio sui 1004 hPa a Riva la mattina del 16 settembre 1882).

C'è una differenza fondamentale tra quest'ultimo evento e i due precedenti citati che è stata un po' trascurata: l'enorme contributo della fusione della neve in quota alla portata dei fiumi.

Nel 1882, Sul registro meteorologico del convento di Cavalese, frate Fedele Armellini scriveva: "A Moena il torrente di S.Pellegrino gonfiandosi per lo scioglimento della neve che era quasi di 2 metri repentino pella bonaccia scondusse dai fondamenti 22 case."
In effetti il 15 settembre cadde probabilmente fino a un metro di neve sopra i 2000 metri (61 mm a Cavalese con una media di 7°C), un evento eccezionale per settembre. Nei due giorni successivi lo scirocco fuse gran parte di quella neve, scaricandoci sopra altri 150-200 mm.

Nel 1966, si cominciò il 2 novembre con neve sotto i 1000 metri (2 cm a Cavalese), poi il 3 novembre 26 mm di pioggia mista a neve a Cavalese con media di 1°C, quindi il 4 novembre ecco lo scirocco ad aumentare la temperature di 9 gradi con precipitazioni simili a quelle misurate sabato scorso (93 mm in 20 ore a Cavalese).

Nell'ultima settimana nelle Dolomiti non è praticamente mai nevicato sotto i 2500 m, se non nelle ultime ore dell'evento. Questo secondo me ha fatto la grossa differenza sulla tenuta della rete fluviale, e dimostra anche quanto sia complicato valutare il ruolo del global warming su questo tipo di eventi (è peggio avere un 10-20% di precipitazioni in più o mezzo metro di neve in montagna da fondere?).

Poi che il global warming sia una cosa negativa e da contrastare con tutti i mezzi possibili dovrebbe già essere abbastanza chiaro a tutti (vedi innalzamento dei mari, sconvolgimento degli ecosistemi, ritiro dei ghiacciai, ecc. ecc.) senza bisogno di provare che i fenomeni estremi in Trentino saranno del 10-20-30% più frequenti...

 
Dati live Ceola di Giovo (Val di Cembra, 580m slm):
http://osservatorioceola.altervista.org

MrPippoTN

Scusa Yuri, ma già il fatto di confrontare un episodio di fine ottobre preceduto da un caldo immondo con un episodio di settembre preceduto da 1 m di neve sopra i 2000 metri la dice lunga... Oggi alle soglie di novembre abbiamo avuto le stesse temperature del settembre 150 anni fa, e zero fusione di neve a differenza del 1882... A me pare che le circostanze emerse dal tuo post avvalorino ulteriormente quanto NON sia complicato chiamare in causa il peso del global warming, altroché.

Thomyorke

Citazione di: MrPippoTN il Ven 02 Novembre, 2018, 07:16:42
Scusa Yuri, ma già il fatto di confrontare un episodio di fine ottobre preceduto da un caldo immondo con un episodio di settembre preceduto da 1 m di neve sopra i 2000 metri la dice lunga... Oggi alle soglie di novembre abbiamo avuto le stesse temperature del settembre 150 anni fa, e zero fusione di neve a differenza del 1882... A me pare che le circostanze emerse dal tuo post avvalorino ulteriormente quanto NON sia complicato chiamare in causa il peso del global warming, altroché.


A me pare però che continui a confondere aspetti congiunturali e considerazioni generali di carattere climatologico, finendo per forzare il ragionamento oltre il consentito. Attenzione, non sto dicendo che il tuo discorso è completamente sballato: semplicemente ritengo un errore affermare che certe differenze fra un evento e l'altro siano necessariamente tratti distintivi dell'influenza del GW sul microclima trentino.
L'evento di cui stiamo parlando poteva benissimo capitare nel 2010 dopo il grosso episodio nevoso fino a quote basse che ha coinvolto il nostro territorio a fine ottobre (più di un metro di neve a 1500 m, neve localmente fino a fondovalle) e a quel punto sarebbe stato un disastro completo a causa dell'ulteriore apporto di acqua nei bacini a causa dei processi di fusione che si sarebbero attivati. Ogni evento ha una storia tutta sua e si inserisce quindi in un contesto congiunturale unico che non ha senso comparare rigidamente con le circostanze diverse che hanno fatto da cornice ad altri eventi alluvionali: in particolare non ritengo un buon metodo di analisi quello che pretende di utilizzare in modo così grossolano le fisiologiche differenze che caratterizzano eventi distinti come cartina tornasole degli effetti del GW, come misura di come i cambiamenti climatici impattano sull'evoluzione degli eventi meteorologici.
 
www.meteomollaro.it 

Il 28 dicembre 2020 verrà festeggiato come il 25 Aprile della meteorologia trentina. Amen.

Bernie

Nel 2010 ci fu inondazione per piogge (forti ai morti) sulla neve soprattutto nel Vicentino
Non tollero alcuna forma di limitazione della mia libertà personale.

Giacomo da Centa

Citazione di: MrPippoTN il Ven 02 Novembre, 2018, 08:02:55
Scusa Yuri, ma già il fatto di confrontare un episodio di fine ottobre preceduto da un caldo immondo con un episodio di settembre preceduto da 1 m di neve sopra i 2000 metri la dice lunga... Oggi alle soglie di novembre abbiamo avuto le stesse temperature del settembre 150 anni fa, e zero fusione di neve a differenza del 1882... A me pare che le circostanze emerse dal tuo post avvalorino ulteriormente quanto NON sia complicato chiamare in causa il peso del global warming, altroché.


Complimenti a Yuri per le reanalisi ricche di dati, sempre interessantissime.
Io dico, veramente: siamo stati fortunati e parecchio, perché l'evento del week-end si è innestato su una condizione asciutta di entità davvero rara. Quante volte si arriva a fine ottobre senza neve a tutte le quote, con le falde basse, terreni secchi e i corsi d'acqua e i laghi ai minimi?
Fossimo partiti da una situazione anche solo "normale" il risultato sarebbe stato ben diverso.

Questo è quello che intende Yuri, Pippo: se per semplificare nella nostra testa l'equazione è (non è detto sia vera, ovviamente) "global warming = temperature più alte, lunghe fasi di stasi anticiclonica ma piogge più concentrate ed abbondanti quando arrivano" il risultato non è detto siano più alluvioni per noi. Per certi versi i danni del week-end sono stati anche limitati dal GW, e non è una provocazione (continuando a pensare che l'equazione di cui sopra sia "vera") perché è grazie appunto all'anomalia calda e anticiclonica che siamo partiti da condizioni iniziali di secco senza neve, diversamente magari - tipo 1882 e 1966 - dal freddo-umido ben più pericoloso.

Io penso che il GW (e la cosa è coerente con questo episodio) acuisca semmai i fenomeni convettivi. Non so se lo sapete, ma lunedì sera ad esempio da me ha pure grandinato grosso fra una raffica e l'altra e i fulmini registrati in Italia hanno toccato valori record, benché la serie sia molto breve. Tuttavia l'innesco del fenomeno è di tipo avvettivo (aria fredda che arriva) e non è detto che questo tipo di eventi magari possa calare o ammorbidirsi con un aumento di temperature più pronunciato in zona artica.

Thomyorke

Citazione di: Giacomo da Centa il Ven 02 Novembre, 2018, 09:30:07
Citazione di: MrPippoTN il Ven 02 Novembre, 2018, 08:02:55
Scusa Yuri, ma già il fatto di confrontare un episodio di fine ottobre preceduto da un caldo immondo con un episodio di settembre preceduto da 1 m di neve sopra i 2000 metri la dice lunga... Oggi alle soglie di novembre abbiamo avuto le stesse temperature del settembre 150 anni fa, e zero fusione di neve a differenza del 1882... A me pare che le circostanze emerse dal tuo post avvalorino ulteriormente quanto NON sia complicato chiamare in causa il peso del global warming, altroché.


Complimenti a Yuri per le reanalisi ricche di dati, sempre interessantissime.
Io dico, veramente: siamo stati fortunati e parecchio, perché l'evento del week-end si è innestato su una condizione asciutta di entità davvero rara. Quante volte si arriva a fine ottobre senza neve a tutte le quote, con le falde basse, terreni secchi e i corsi d'acqua e i laghi ai minimi?
Fossimo partiti da una situazione anche solo "normale" il risultato sarebbe stato ben diverso.

Questo è quello che intende Yuri, Pippo: se per semplificare nella nostra testa l'equazione è (non è detto sia vera, ovviamente) "global warming = temperature più alte, lunghe fasi di stasi anticiclonica ma piogge più concentrate ed abbondanti quando arrivano" il risultato non è detto siano più alluvioni per noi. Per certi versi i danni del week-end sono stati anche limitati dal GW, e non è una provocazione (continuando a pensare che l'equazione di cui sopra sia "vera") perché è grazie appunto all'anomalia calda e anticiclonica che siamo partiti da condizioni iniziali di secco senza neve, diversamente magari - tipo 1882 e 1966 - dal freddo-umido ben più pericoloso.

Io penso che il GW (e la cosa è coerente con questo episodio) acuisca semmai i fenomeni convettivi. Non so se lo sapete, ma lunedì sera ad esempio da me ha pure grandinato grosso fra una raffica e l'altra e i fulmini registrati in Italia hanno toccato valori record, benché la serie sia molto breve. Tuttavia l'innesco del fenomeno è di tipo avvettivo (aria fredda che arriva) e non è detto che questo tipo di eventi magari possa calare o ammorbidirsi con un aumento di temperature più pronunciato in zona artica.

Davvero molto interessante questa ricostruzione. Rende bene l'idea, che condivido, di come gli effetti del gw non siano sempre 'univoci' e questo dovrebbe contribuire a giudicare estremamente riduttive letture lineari, semplificate dei fenomeni collegati agli eventi estremi che ci capita di monitorare e a diffidare poi di pareri troppo netti circa trend climatici futuri. Le cose sono complesse: come ha detto Giacomo l' equazione "gw=aumento alluvioni" potrebbe essere smentita da una diminuzione progressiva, ad opera dello stesso gw, delle situazioni di partenza che prevedono grandi quantità di neve da sciogliere sulle nostre montagne durante i fenomeni precipitativi connessi ad eventi pluviometrici estremi...
www.meteomollaro.it 

Il 28 dicembre 2020 verrà festeggiato come il 25 Aprile della meteorologia trentina. Amen.

AltoGardameteo

Sottoscrivo gli appunti del Franz e del Giacomo: il GW è sotto gli occhi di tutti, ma principalmente grazie ai dati climatologici ed alle tendenze; cerchiamo di non confondere anche in questo caso tempo con clima.

Richiamare al GW ad ogni disastro e/o estremo, è sbagliato ed anche rischioso, anche se capisco che possa far presa sulla gente per fargli aprire gli occhi sul problema.

Heinrich

Citazione di: Thomyorke il Ven 02 Novembre, 2018, 08:20:47
Citazione di: MrPippoTN il Ven 02 Novembre, 2018, 07:16:42
Scusa Yuri, ma già il fatto di confrontare un episodio di fine ottobre preceduto da un caldo immondo con un episodio di settembre preceduto da 1 m di neve sopra i 2000 metri la dice lunga... Oggi alle soglie di novembre abbiamo avuto le stesse temperature del settembre 150 anni fa, e zero fusione di neve a differenza del 1882... A me pare che le circostanze emerse dal tuo post avvalorino ulteriormente quanto NON sia complicato chiamare in causa il peso del global warming, altroché.


A me pare però che continui a confondere aspetti congiunturali e considerazioni generali di carattere climatologico, finendo per forzare il ragionamento oltre il consentito. Attenzione, non sto dicendo che il tuo discorso è completamente sballato: semplicemente ritengo un errore affermare che certe differenze fra un evento e l'altro siano necessariamente tratti distintivi dell'influenza del GW sul microclima trentino.
L'evento di cui stiamo parlando poteva benissimo capitare nel 2010 dopo il grosso episodio nevoso fino a quote basse che ha coinvolto il nostro territorio a fine ottobre (più di un metro di neve a 1500 m, neve localmente fino a fondovalle) e a quel punto sarebbe stato un disastro completo a causa dell'ulteriore apporto di acqua nei bacini a causa dei processi di fusione che si sarebbero attivati. Ogni evento ha una storia tutta sua e si inserisce quindi in un contesto congiunturale unico che non ha senso comparare rigidamente con le circostanze diverse che hanno fatto da cornice ad altri eventi alluvionali: in particolare non ritengo un buon metodo di analisi quello che pretende di utilizzare in modo così grossolano le fisiologiche differenze che caratterizzano eventi distinti come cartina tornasole degli effetti del GW, come misura di come i cambiamenti climatici impattano sull'evoluzione degli eventi meteorologici.
 

Eccesso di zelo espressivo, Franz: temperatura, pressione umidità determinano le caratteristiche di una massa d'aria in movimento.
Il primo dato, la temperatura, non è più inferiore al passato di 20-40 anni fa, mi basta. Per quanto mi riguarda mi basta! Un ingrediente fondamentale modificato, implicazioni violentissime. GW anche a livello microclimatico e tanti saluti ai tempi di ritorno.


Quel che preme ora, è avere una strategia adattativa rapida, non discutere sull' Ur- e le cause effettive.

Heinrich

Citazione di: AltoGardameteo il Ven 02 Novembre, 2018, 12:25:19
Sottoscrivo gli appunti del Franz e del Giacomo: il GW è sotto gli occhi di tutti, ma principalmente grazie ai dati climatologici ed alle tendenze; cerchiamo di non confondere anche in questo caso tempo con clima.

Richiamare al GW ad ogni disastro e/o estremo, è sbagliato ed anche rischioso, anche se capisco che possa far presa sulla gente per fargli aprire gli occhi sul problema.
2 piccioni con 1 fava, visti i tempi va benone!

È una soluzione un poco estrema, ma davvero non c'è più tempo per discuterne e ci sono da prendere decisioni collettive importanti.

MrPippoTN

Trovo davvero frustrante vedere quanto si cerchi di negare a se stessi l'evidenza dei fatti. Mi domando cosa debba succedere ancora per prendere atto che questo genere di episodi siano strettamente legati alle dinamiche del climate change. Eppure gli ingredienti ci sono tutti:

1) Temperature costantemente superiori alla media

2) Estremizzazione dei fenomeni

3) Alternanza di siccità ed episodi alluvionali

4) Criticità di natura idrogeologica diffuse su aree geografiche molto estese

Pensatela come volete, io non ho dubbi. Io clima non sta cambiando, è già cambiato e sono pronto a scommettere quello che volete che per rivedere eventi di questo tipo non servirà attendere altri 50 anni, purtroppo.

MrPippoTN

No, ma è tutto normale. Sempre accaduto, non confondiamo tempo e clima...

MrPippoTN

"FORTI SEGNALI DI ESTREMIZZAZIONE CLIMATICA

Memori della recente ondata di forte maltempo, desidero porre l'attenzione su un tema che dovrebbe essere spesso trattato dall'informazione diretta al grande pubblico: se proprio devo essere sincero, dovrebbe essere imposta una fascia quotidiana, se non un vero e proprio programma, dedicata all'approfondimento di temi legati alla meteorologia, alla climatologia e all'ambiente: con dieci minuti in meno di Grande Fratello Vip, o di oroscopi, o di gossip, o di ricette di cucina credo che si possa ugualmente stare. Il tema in questione è l'estremizzazione climatica, cioè la tendenza da parte della fenomenologia atmosferica a proporre tipi di tempo caratterizzati da eccessi: in altre parole, perde importanza la variabilità che dovrebbe essere tipica delle nostre latitudini e a essa subentra la stazionarietà di scenari opposti. Per comprendere meglio questo discorso, osserviamo il grafico a barre riportato in figura (fonte ARPA Liguria): mostra l'andamento delle precipitazioni al Passo della Cisa in ottobre. Si nota che il mese appena conclusosi è stato secco fino all'arrivo dell'intensa perturbazione del 27-29 ottobre, la prima della stagione autunnale. Dopo di che, in tre giorni, piovono circa 150 mm il giorno 27, circa 105 mm il giorno 28 e infine circa 110 mm il giorno 29.

Complessivamente, tre giorni di pioggia portano la cumulata a 365 mm. Guardiamo ora la tabella sovrapposta, in cui si riporta la climatologia del luogo calcolata sul trentennio 1971-2000. All'interno del rettangolo rosso sono riportati i valori medi di ottobre relativamente a tutte le grandezze atmosferiche, cioè il tempo che dovrei aspettarmi in questo mese. Alla voce "precipitazioni", si può vedere che ottobre è per il Passo della Cisa il mese più piovoso dell'anno, con 265 mm di media pluviometrica. Facendo allora due conti, notiamo che un mese che rischiava di chiudere all'asciutto è riuscito in appena tre giorni ad accumulare una quantità di pioggia tale da invertire bruscamente il bilancio pluviometrico mensile: da un ottobre che poteva chiudere all'insegna della siccità siamo passati ad un ottobre molto piovoso (ripeto, per soli tre giorni di pioggia), con un surplus pari a circa +62%. Questo è un evento estremo. Se ne contano a dozzine..."

Andrea Corigliano

MrPippoTN

Citazione di: Giacomo da Centa il Ven 02 Novembre, 2018, 09:30:07

Io dico, veramente: siamo stati fortunati e parecchio, perché l'evento del week-end si è innestato su una condizione asciutta di entità davvero rara. Quante volte si arriva a fine ottobre senza neve a tutte le quote, con le falde basse, terreni secchi e i corsi d'acqua e i laghi ai minimi?
Fossimo partiti da una situazione anche solo "normale" il risultato sarebbe stato ben diverso.


Scusa ma non ti viene il leggerissimo sospetto che se fossimo partiti da una situazione normale avremmo avuto una perturbazione normale? L'energia si è scaricata tutta di colpo proprio perché venivamo da un mese vergognosamente caldo, con temperature normali (sia dell'aria che delle acque mediterranee) e normali ondulazioni atlantiche non avremmo avuto un ciclone così violento.


Citazione di: Giacomo da Centa il Ven 02 Novembre, 2018, 09:30:07
Questo è quello che intende Yuri, Pippo: se per semplificare nella nostra testa l'equazione è (non è detto sia vera, ovviamente) "global warming = temperature più alte, lunghe fasi di stasi anticiclonica ma piogge più concentrate ed abbondanti quando arrivano" il risultato non è detto siano più alluvioni per noi.


Io non parlo in generale, infatti, mi riferisco a questo specifico episodio, perché arriva da precise condizioni di partenza: caldo, caldo, caldo.

Citazione di: Giacomo da Centa il Ven 02 Novembre, 2018, 09:30:07

Per certi versi i danni del week-end sono stati anche limitati dal GW, e non è una provocazione (continuando a pensare che l'equazione di cui sopra sia "vera") perché è grazie appunto all'anomalia calda e anticiclonica che siamo partiti da condizioni iniziali di secco senza neve, diversamente magari - tipo 1882 e 1966 - dal freddo-umido ben più pericoloso.


Come sopra. Non sono d'accordo, mi spiace. Se avessimo avuto un ottobre normale la perturbazione non sarebbe stata accompagnata da fenomeni convettivi così violenti.

Citazione di: Giacomo da Centa il Ven 02 Novembre, 2018, 09:30:07
Io penso che il GW (e la cosa è coerente con questo episodio) acuisca semmai i fenomeni convettivi. Non so se lo sapete, ma lunedì sera ad esempio da me ha pure grandinato grosso fra una raffica e l'altra e i fulmini registrati in Italia hanno toccato valori record, benché la serie sia molto breve. Tuttavia l'innesco del fenomeno è di tipo avvettivo (aria fredda che arriva) e non è detto che questo tipo di eventi magari possa calare o ammorbidirsi con un aumento di temperature più pronunciato in zona artica.

Su questo la vedo come te, ma infatti a me di questa perturbazione non hanno impressionato tanto i mm di pioggia caduti, quanto piuttosto la quantità spaventosa di alberi abbattuti dal vento.

Brok

#44
secondo me qua di veramente incredibile é stata la tempesta di vento costante che non ha nulla a che fare con un downurst e che per ore soffiava con violenza inaudita recando specialmente alle zone esposte allo scirocco danni veramente ingenti al patrimonio boschivo nostrano, esperti dell´ ufficio forestale assieme a qullo meteo provinciale stimano che questo evento probabilmente non ha riscontro nei precedenti 250 anni , l´energia in gioco é indubbiamente maggiore e gli eventi potenzialmente esplosivi anche in zone notoriamente non soggette ad eventi catastrofici stanno crescendo di anno in anno. 
Nato a Bolzano, residente a Stoccolma