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Analisi evento 27-29 ottobre 2018

Aperto da Thomyorke, Mar 30 Ottobre, 2018, 18:20:32

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stefanocucco83

#45
Anch'io ho il sentore che si ripeteranno con molta più frequenza questi fenomeni...e ogni stagione avrà il suo fenomeno caratterizzante estremizzato.  Magari torneremo ad avere una montagna di neve in città, ma sarà probabilmente un evento singolo di un inverno con scarsissime precipitazioni. Comunque più di tutto mi spaventerebbe un'ondata di caldo estrema..contro il caldo c'è sempre poco da fare per arginarlo :-\

Thomyorke

Citazione di: MrPippoTN il Ven 02 Novembre, 2018, 20:40:31
Citazione di: Giacomo da Centa il Ven 02 Novembre, 2018, 09:30:07

Io dico, veramente: siamo stati fortunati e parecchio, perché l'evento del week-end si è innestato su una condizione asciutta di entità davvero rara. Quante volte si arriva a fine ottobre senza neve a tutte le quote, con le falde basse, terreni secchi e i corsi d'acqua e i laghi ai minimi?
Fossimo partiti da una situazione anche solo "normale" il risultato sarebbe stato ben diverso.


Scusa ma non ti viene il leggerissimo sospetto che se fossimo partiti da una situazione normale avremmo avuto una perturbazione normale? L'energia si è scaricata tutta di colpo proprio perché venivamo da un mese vergognosamente caldo, con temperature normali (sia dell'aria che delle acque mediterranee) e normali ondulazioni atlantiche non avremmo avuto un ciclone così violento.


Citazione di: Giacomo da Centa il Ven 02 Novembre, 2018, 09:30:07
Questo è quello che intende Yuri, Pippo: se per semplificare nella nostra testa l'equazione è (non è detto sia vera, ovviamente) "global warming = temperature più alte, lunghe fasi di stasi anticiclonica ma piogge più concentrate ed abbondanti quando arrivano" il risultato non è detto siano più alluvioni per noi.


Io non parlo in generale, infatti, mi riferisco a questo specifico episodio, perché arriva da precise condizioni di partenza: caldo, caldo, caldo.

Citazione di: Giacomo da Centa il Ven 02 Novembre, 2018, 09:30:07

Per certi versi i danni del week-end sono stati anche limitati dal GW, e non è una provocazione (continuando a pensare che l'equazione di cui sopra sia "vera") perché è grazie appunto all'anomalia calda e anticiclonica che siamo partiti da condizioni iniziali di secco senza neve, diversamente magari - tipo 1882 e 1966 - dal freddo-umido ben più pericoloso.


Come sopra. Non sono d'accordo, mi spiace. Se avessimo avuto un ottobre normale la perturbazione non sarebbe stata accompagnata da fenomeni convettivi così violenti.

Citazione di: Giacomo da Centa il Ven 02 Novembre, 2018, 09:30:07
Io penso che il GW (e la cosa è coerente con questo episodio) acuisca semmai i fenomeni convettivi. Non so se lo sapete, ma lunedì sera ad esempio da me ha pure grandinato grosso fra una raffica e l'altra e i fulmini registrati in Italia hanno toccato valori record, benché la serie sia molto breve. Tuttavia l'innesco del fenomeno è di tipo avvettivo (aria fredda che arriva) e non è detto che questo tipo di eventi magari possa calare o ammorbidirsi con un aumento di temperature più pronunciato in zona artica.

Su questo la vedo come te, ma infatti a me di questa perturbazione non hanno impressionato tanto i mm di pioggia caduti, quanto piuttosto la quantità spaventosa di alberi abbattuti dal vento.

Fossimo partiti da una situazione normale avremmo avuto una perturbazione normale: ma chi l'ha detto? La struttura depressionaria che ci ha interessato è stata innescata da una poderosa irruzione di aria fredda nel cuore del mediterraneo, situazione fra l'altro statisticamente sempre più rara, circostanza che in ogni caso sarebbe sfociata in una depressione dai connotati "pericolosi" per il nostro territorio. Ancora: non sta scritto da nessuna parte che l'energia debba ad un certo punto liberarsi. Quante volte siamo passati da mesi autunnali molto caldi ad inverni altrettanto miti e secchi? Per arrivare a situazioni depressionarie così incisive l'energia fornita dal calore in eccesso conta fino ad un certo punto: senza un adeguato innesco non succede nulla di che e con il riscaldamento delle zone artiche anche gli scambi meridiani saranno probabilmente merce rara.
È una bestemmia dire che il gw paradossalmente ha attenuato gli effetti della perturbazione? Se concordiamo sul fatto che probabilmente le situazioni convettive sono destinate ad aumentare, d'altra parte possiamo benissimo ammettere che i lunghi periodi siccitosi collegati al gw hanno avuto in questo caso il "merito" di evitare sovraccarichi ai bacini, per non parlare del fatto che in montagna non c'era un filo di neve da sciogliere e questo ha impedito vi fosse un pericoloso surplus di acqua che poteva riversarsi nelle valli assieme alle precipitazioni. Se tutta la pioggia caduta avesse trovato terreni anche solo normalmente carichi di acqua e neve sui monti (così come accadeva normalmente 30/40 anni fa) gli effetti sarebbero stati devastanti. Quindi probabilmente gw da (fenomeni convettivi violenti) ma gw anche toglie (bacini scarichi e neve in quota statisticamente più scarsa): il bilancio non è propriamente lineare.
www.meteomollaro.it 

Il 28 dicembre 2020 verrà festeggiato come il 25 Aprile della meteorologia trentina. Amen.

Heinrich

Citazione di: MrPippoTN il Ven 02 Novembre, 2018, 20:40:31
Citazione di: Giacomo da Centa il Ven 02 Novembre, 2018, 09:30:07

Io dico, veramente: siamo stati fortunati e parecchio, perché l'evento del week-end si è innestato su una condizione asciutta di entità davvero rara. Quante volte si arriva a fine ottobre senza neve a tutte le quote, con le falde basse, terreni secchi e i corsi d'acqua e i laghi ai minimi?
Fossimo partiti da una situazione anche solo "normale" il risultato sarebbe stato ben diverso.


Scusa ma non ti viene il leggerissimo sospetto che se fossimo partiti da una situazione normale avremmo avuto una perturbazione normale? L'energia si è scaricata tutta di colpo proprio perché venivamo da un mese vergognosamente caldo, con temperature normali (sia dell'aria che delle acque mediterranee) e normali ondulazioni atlantiche non avremmo avuto un ciclone così violento.


Citazione di: Giacomo da Centa il Ven 02 Novembre, 2018, 09:30:07
Questo è quello che intende Yuri, Pippo: se per semplificare nella nostra testa l'equazione è (non è detto sia vera, ovviamente) "global warming = temperature più alte, lunghe fasi di stasi anticiclonica ma piogge più concentrate ed abbondanti quando arrivano" il risultato non è detto siano più alluvioni per noi.


Io non parlo in generale, infatti, mi riferisco a questo specifico episodio, perché arriva da precise condizioni di partenza: caldo, caldo, caldo.

Ormai non ci sta più lo spazio per discussioni messe giù come Franz ha scritto.
Sono passati semplicemente troppi anni dal Protocollo di Kyoto, 1998, dall'uscita del film Una scomoda verità, 2007 e i trend di temperatura globale non hanno mai conosciuto un calo, se non in un paio d'anni favoriti da teleconnessioni che hanno protetto il gelo in Artico.
2005, 2010, 2014, tre annate leggermente sopra la media storica 1961-1990, ma in media trentennale attuale, poi basta.

Allora se guardiamo soltanto il quadro termico di quei giorni di quelle masse d'aria interessate e richiamate persino dalla Mauritania, allora troviamo un mare di anomalie termiche fortemente positive dalle Azzorre ai Balcani, lungo tutti i mari e le coste pure le t° medie erano e sono ancora fino a quasi +2°C dalle loro medie.
Milioni di kmq di masse d'aria fredda sono spariti negli ultimi 30 anni.

Allora è inutile, allora adesso col quadro termico globale e le temperature medie della trentennale precedente è chiaro cosa si sta sviluppando o s'è  già in buona parte sviluppato.
Un nuovo clima, estremamente secco e stabile per settimane, poi capace di sfogare enormi energie in pochissimo tempo e spazio.
Estremizzazione, ci siamo dentro e forse mai come negli ultimi 2 o 4 anni ce ne siamo accorti. Penso al corrente anno, al precedente ma anche al 2016, 2015 ed in termini di rilascio d'energia penso anche al 2014.

È finita quindi: le configurazioni bariche storiche non spariranno ma si sovrapporranno e ibrideranno con condizioni iniziali semplicemente più calde ovunque.

Poi, nello specifico del lunedì 29.10, è il vento il grande colpevole ed il primo sospettato d'aver  mutato molto i suoi connotati. Se l'età avanzata di molte illustri vittime della tempesta, abeti rossi ultracentenari, avevano quella età non per scherzo.... Molto probabilmente in 200 o anche 250 anni quel che è passato veloce ma enorme sulle Alpi lunedì, non era ancora facilmente mai passato del tutto simile in buoni 2 secoli, ma facciamo anche di più... "ché tanto prima c'è la PEG alé alé"....
Quest'ultima frase è un'esagerazione, ma neanche troppo.


Adesso aspettiamo un quadro d'analisi meteorologica e climatologica col calcolo dei tempi di ritorno sebbene per diversi dati una stima ci sia già ed è impressionante.

El Bonve

Proprio perché è talmente singolare e raro io eviterei di far congetture sul gw riguardo a questo episodio.

Voi dite che grazie al gw questo tipo di fenomeni sarà sempre più frequente. In base a cosa? Abbiamo episodi analoghi abbastanza numerosi in passato da poter fare una statistica sul loro cambio di frequenza con l'aumento delle temperature? A me non sembra.

Non abbiamo mezzi e dati per poter dire se un fenomeno di tale portata inizierà a colpirci sempre di più nei prossimi decenni (dio ce ne scampi, sarebbe l'estinzione degli abeti rossi) perché si tratta di un evento praticamente nuovo (parlo del vento) che non ha paragoni con altre dinamiche comunque violente, per quanto mi riguarda qui siamo su tutta un'altra scala sia per estensione che per intensità. Se in futuro vedremo che non si tratta di un episodio isolato, fuori scala, amen, ne prendo atto come è giusto che sia e allora si potranno fare collegamenti con l'aumento delle temperature globali che non siano semplici congetture ma che abbiano una base di partenza un po' più organica.

Per me il vero grande problema del gw non sono tanto i singoli fenomeni, quanto la mancanza di DINAMICITA'. si vive di pattern bloccati ormai, spaziando da lunghissime stasi anticicloniche a sinottiche magari più perturbate ma che colpiscono sempre le stesse zone per mesi.

Detto questo, adesso come adesso a me interesserebbe più un'analisi dell'evento in senso stretto. Quale concatenazione di elementi ha portato dapprima a piogge record, ma soprattutto a una tempesta di scirocco così eccezionale? Quali sono state le zone più esposte e colpite e perché? Come hanno interagito le correnti con l'orografia facendo sì che alcune zone siano state flagellate e altre meno?



Inviato dal mio SM-A310F utilizzando Tapatalk

Modelli stamattina da depressione cosmica leopardiana.
Reading è da suicidio mentre GFS mostra la prima mappa decente (non precipitativa) a 360h.
Non dico altro.
Va bene GW, va bene sfigati, va bene comparto europeo, va bene la Cina, l'India, l'Africa e il Porco bip bip però cazzo dai.......................

(cit. , 1/12/2015)

elnino

Proprio oggi abbiamo sottomesso un paper sui trend di precipitazione nelle Alpi meridionali. Quello che si vede per il Trentino va abbastanza contro i "sentori" di molti di voi, e cioè i fenomeni intensi sono in diminuzione negli ultimi 120 anni (soprattutto in primavera) così come i periodi secchi (soprattutto in estate), ma comunque grossi trends non ce ne sono.

Il fatto è che la variabilità naturale nella nostra regione è molto forte e a volte contro-intuitiva (per esempio, nei decenni in cui il Mediterraneo è più caldo si hanno meno precipitazioni in primavera, come è il caso negli ultimi due decenni).
Se vivessimo ora quello che successe ad esempio negli anni '20 (praticamente metà dei fenomeni estremi del ventesimo secolo sono occorsi in quel decennio, incluse periodi secchi ancora oggi ineguagliati) non ho dubbi che quasi tutti chiamerebbero in causa il global warming.

Per il vento non mi posso esprimere mancando dati storici. Sono certo che ci saranno studi approfonditi sulla dinamica e sull'influenza delle SST piuttosto che di altri fattori, studi che però richiedono tempo.
Dati live Ceola di Giovo (Val di Cembra, 580m slm):
http://osservatorioceola.altervista.org

Heinrich

Citazione di: El Bonve il Sab 03 Novembre, 2018, 11:01:39
Proprio perché è talmente singolare e raro io eviterei di far congetture sul gw riguardo a questo episodio.

Voi dite che grazie al gw questo tipo di fenomeni sarà sempre più frequente. In base a cosa? Abbiamo episodi analoghi abbastanza numerosi in passato da poter fare una statistica sul loro cambio di frequenza con l'aumento delle temperature? A me non sembra.

Non abbiamo mezzi e dati per poter dire se un fenomeno di tale portata inizierà a colpirci sempre di più nei prossimi decenni (dio ce ne scampi, sarebbe l'estinzione degli abeti rossi) perché si tratta di un evento praticamente nuovo (parlo del vento) che non ha paragoni con altre dinamiche comunque violente, per quanto mi riguarda qui siamo su tutta un'altra scala sia per estensione che per intensità. Se in futuro vedremo che non si tratta di un episodio isolato, fuori scala, amen, ne prendo atto come è giusto che sia e allora si potranno fare collegamenti con l'aumento delle temperature globali che non siano semplici congetture ma che abbiano una base di partenza un po' più organica.

Per me il vero grande problema del gw non sono tanto i singoli fenomeni, quanto la mancanza di DINAMICITA'. si vive di pattern bloccati ormai, spaziando da lunghissime stasi anticicloniche a sinottiche magari più perturbate ma che colpiscono sempre le stesse zone per mesi.

Detto questo, adesso come adesso a me interesserebbe più un'analisi dell'evento in senso stretto. Quale concatenazione di elementi ha portato dapprima a piogge record, ma soprattutto a una tempesta di scirocco così eccezionale? Quali sono state le zone più esposte e colpite e perché? Come hanno interagito le correnti con l'orografia facendo sì che alcune zone siano state flagellate e altre meno?



Proprio perché ormai le premesse sono alterate qualsiasi evento anche rarissimo e con ampi tempi di ritorno ormai è da vedersi 'alterato'.
Non è che con un fronte freddo temporalesco estivo c'è  più palesemente traccia di zampino del GW, o meno.
Non è così: è tutto immesso in un flusso già più tiepido che altera necessariamente l'aspetto 'noto' e abituale di un fronte freddo, una Genoa-Low, una HP dalle Azzorre, ecc ecc.

Sono i dati iniziali ormai già totalmente fuori: mezzo grado fuori. Fuori dove? Dov'è il segno +!
Le minime a Mollaro son mezzo grado più elevate di 30 anni fa, a Zambana pure, a Bangkok anche e così a Nuuk in Groenlandia.
E così siamo tutti fregati!
Hai gli schemi precedentemente 'noti', e studiati dalla scienza climatologica, che saltano! Cambiano o si inceppano insistendo per giorni e settimane.
Hai l'ibridarsi degli equilibri climatici degli ultimi 4-6mila anni, mi poggio su Ötzi.

Qui un interessante articolo divulgativo in tedesco su ciò che ribadisci tu @El Bonve

https://www.pnn.de/wissenschaft/folgen-des-klimawandels-klimaforscher-stellen-verhaengnisvolles-stocken-von-luftstroemungen-fest/23256420.html?fbclid=IwAR2XktfntiMTsiGZgF6f7mGci7mQji1GJoY_hYAwPLntsY_9Xn7EMHyutbI

William

Ho trovato una pubblicazione Svizzera riguardo la tematica in questione, riporto la prefazione e vi metto il link se vi può interessare..

"
Le tempeste forti si verificano gia? da tempi immemorabili, e il bosco, data la sua naturale esposizione, ne viene sempre colpito in modo piu? o meno intenso. Tuttavia, negli ultimi decenni e? aumentata la frequenza delle tempeste, cosi? come l'intensita? dei venti, e i modelli di calcolo prevedono che i cambiamenti climatici aumenteran- no ulteriormente la frequenza di simili eventi. Sull'arco di tale periodo vi e? stata, al contempo, una diminuzione dello sfruttamento economico dei boschi svizzeri, la quale ha comportato un aumento della provvigione di legname. Questi sviluppi im- plicano danni sempre piu? estesi in caso di schianto da vento, i quali pregiudicano le funzioni del bosco e generano ripercussioni finanziarie per tutte le parti interessate. Nel 1984, la Confederazione (per tramite dell'allora UFAFP) aveva pubblicato un primo manuale per la gestione dei danni dovuti a tempesta che conteneva numerosi consigli pratici per la gestione dei danni provocati da tempeste. Dopo la tempesta «Vivian» (1990), il manuale fu rielaborato e ripubblicato nel 1993. Alla fine del 1999 la tempesta «Lothar» lascio? tracce alquanto profonde del suo passaggio nei boschi delle pianure al Nord delle Alpi. Al termine dei lavori di sgombero e di ripristino, nonche? a seguito di valutazioni scientifiche approfondite, e? stato infine deciso di dar seguito a una nuova revisione del manuale.
"

https://www.bafu.admin.ch/dam/bafu/it/dokumente/naturgefahren/uv-umwelt-vollzug/sturmschaden-handbuchteil1strategieteil2behebungvonsturmschaeden.pdf.download.pdf/manuale_relativoaidannidatempestaparte1strategiaparte2ripristino.pdf



Giacomo da Centa

#52
Citazione di: MrPippoTN il Ven 02 Novembre, 2018, 20:15:55
Trovo davvero frustrante vedere quanto si cerchi di negare a se stessi l'evidenza dei fatti. Mi domando cosa debba succedere ancora per prendere atto che questo genere di episodi siano strettamente legati alle dinamiche del climate change. Eppure gli ingredienti ci sono tutti:

1) Temperature costantemente superiori alla media

2) Estremizzazione dei fenomeni

3) Alternanza di siccità ed episodi alluvionali

4) Criticità di natura idrogeologica diffuse su aree geografiche molto estese

Pensatela come volete, io non ho dubbi. Io clima non sta cambiando, è già cambiato e sono pronto a scommettere quello che volete che per rivedere eventi di questo tipo non servirà attendere altri 50 anni, purtroppo.

Ciao Pippo, eccomi, ho visto le tue risposte e...non intendo assolutamente negare la possibile influenza del GW in eventi come l'ultimo, anzi.
Sulla drammaticità della situazione, sull'idea di essere entrati in una nuova era climatica calda dagli effetti potenzialmente drammatici, la penso come te e sono in prima linea. Occhio però che poi alla fine tendiamo a predicare bene, e poi a passare tante ore della nostra vita su una macchina a fare CO2. Dovremo cambiare gli stili di vita noi, io, tutti, quanto prima.

Ripeto, credo che non sarebbe stato impossibile trovarsi con i terreni più umidi e/o neve al suolo, pur mantenendo sostanzialmente il Mediterraneo rovente e quella magnitudo di anomalie termiche; non è del tutto vero che questo disastro è nato proprio perché non aveva fatto nulla prima, purtroppo sono convinto che il prossimo step di tragedia sia avere condizioni come le ultime, innestate su una situazione di partenza più compromessa perché come dici ormai 9 giorni su 10 fa più caldo di una volta. Allora sì, ne vedremo delle...brutte davvero.

Alcune considerazioni dopo una mattinata passata con la motosega:

1. Dal punto di vista della sola pioggia, abbiamo battuto i record 1966 e 1882, ma a parte Dimaro, sul territorio è successo poco a livello di disagi e questo indica che si è lavorato bene a livello di opere idrauliche e interventi sui bacini (briglie, dighe, argini, etc). Nella mia piccola realtà di Centa sì, qualche franettina su qualche strada (e a casa mia), ma tutto sommato poco in confronto a quanto mi sarei aspettato con un evento di simile portata.

2. Discorso schianti. Non ci sono serie lunghe di dati anemometrici e nell'era dell'informazione sappiamo tutto. Resto convinto si sia trattato di un evento senza precedenti negli ultimi secoli o almeno qui a Centa mia nonna parlava di un disastro sui castagni negli anni '40, ma di più non saprei perché è morta. Mi chiedo tuttavia, vedendo la situazione qui, cosa sarebbe accaduto 50 o 100 anni fa con analogo vento. La risposta è che qui a Centa il disastro sarebbe stato assai inferiore penso, perché i boschi erano molto ma molto più sfruttati, dove oggi c'è bosco fitto, con abeti enormi (tutti a terra) un tempo c'erano prati e vigneti. Sulle cartoline di inizio secolo i paesi trentini (Centa idem) sono circondati da campi, orti e pascoli dove oggi c'è foresta fitta e/o monocoltura di abeti, gli alberi più fragili di fronte al vento.


Giacomo da Centa

#53
Ah e comunque oggi è questa l'anomalia di temperatura superficiale del Mediterraneo rispetto agli ultimi 20 anni. Certo il dato più importante riguarda i primi metri, più che la superficie. Io non so se è sbagliato qualcosa (http://www.marine-ew.com/en/home) ma insomma, energia potenzialmente ce n'è ancora eccome parrebbe...fa paura.



AltoGardameteo

Ecco, volevo intervenire proprio sul discorso dei boschi come dice Giacomo nell'ultima frase: anche qui in Busa, 100-150 anni fà la copertura era alquanto inferiore all'attuale ... il Brione era praticamente una pietraia, ed anche la pineta di Riva era praticamente assente.

Anche le colline carsiche fra Arco e Dro e le pedemontane ai lati (quella per lo Stivo e quella che va a San Giovanni/monte Biaina) erano assai meno boscose di ora; poi sono arrivati i rimboschimenti austriaci, quelli sponsorizzati da Caproni, ed il rimboschimento "naturale" dato dal minor sfruttamente.

Tutto questo va considerato, quando ragioniamo sugli abbattamenti di lunedì; mi è venuto in mente ancora ieri, vedendo anche un paio di foto della Busa di inizio '900.

MrPippoTN

#55
Citazione di: Thomyorke il Sab 03 Novembre, 2018, 07:59:30

Fossimo partiti da una situazione normale avremmo avuto una perturbazione normale: ma chi l'ha detto? La struttura depressionaria che ci ha interessato è stata innescata da una poderosa irruzione di aria fredda nel cuore del mediterraneo, situazione fra l'altro statisticamente sempre più rara, circostanza che in ogni caso sarebbe sfociata in una depressione dai connotati "pericolosi" per il nostro territorio. ETC ETC ETC

Secondo te se ad 850 hPa si passa da 24 ore da una +15°C a una +5°C è è come se si passasse da una +7°C a una +5°C?
Un affondo artico al suolo ha lo stesso effetto se due giorni prima ci sono 30°C (temperature di una settimana fa), anziché 15°C (massime che dovrebbe fare a Trento fine ottobre)? Quando dell'aria di diretta estrazione polare finisce per tuffarsi in un Mediterraneo rovente, produce gli stessi effetti di quando scorre sopra un mare caratterizzato da temperature normali?

Qui non dovremmo neanche più domandarci "se", ma piuttosto "quanto" il riscaldamento globale abbia contribuito ad esacerbare questo passaggio perturbato. E lo dico soprattutto per i ricercatori come Yuri, che sono attrezzati per fare questo genere di studi.

MrPippoTN

Citazione di: El Bonve il Sab 03 Novembre, 2018, 11:01:39
Proprio perché è talmente singolare e raro io eviterei di far congetture sul gw riguardo a questo episodio.

Voi dite che grazie al gw questo tipo di fenomeni sarà sempre più frequente. In base a cosa?



In base al fatto che non più tardi di tre mesi fa si era già verificato un flash flood a Moena, per esempio.

https://www.youtube.com/watch?v=tno0_kF3Hlo

https://www.youtube.com/watch?v=GeOc3vWuJuI

MrPippoTN

Citazione di: elnino il Sab 03 Novembre, 2018, 11:50:19
Proprio oggi abbiamo sottomesso un paper sui trend di precipitazione nelle Alpi meridionali. Quello che si vede per il Trentino va abbastanza contro i "sentori" di molti di voi, e cioè i fenomeni intensi sono in diminuzione negli ultimi 120 anni (soprattutto in primavera) così come i periodi secchi (soprattutto in estate), ma comunque grossi trends non ce ne sono.

Ci sono anche dati sul vento? Ci sono testimonianze di interi boschi rasi al suolo paragonabili a quanto avvenuto l'altro giorno? Potresti eventualmente elencarceli specificando le stime sulla superficie boschiva interessata?

Citazione di: elnino il Sab 03 Novembre, 2018, 11:50:19
Il fatto è che la variabilità naturale nella nostra regione è molto forte e a volte contro-intuitiva (per esempio, nei decenni in cui il Mediterraneo è più caldo si hanno meno precipitazioni in primavera, come è il caso negli ultimi due decenni).
Se vivessimo ora quello che successe ad esempio negli anni '20 (praticamente metà dei fenomeni estremi del ventesimo secolo sono occorsi in quel decennio, incluse periodi secchi ancora oggi ineguagliati) non ho dubbi che quasi tutti chiamerebbero in causa il global warming.

Di che fenomeni estremi stiamo parlando? E' possibile averne un elenco?

Citazione di: elnino il Sab 03 Novembre, 2018, 11:50:19
Per il vento non mi posso esprimere mancando dati storici. Sono certo che ci saranno studi approfonditi sulla dinamica e sull'influenza delle SST piuttosto che di altri fattori, studi che però richiedono tempo.

OK, allora prendo atto che in mancanza di dati sul vento siamo fermi al piano delle supposizioni. Io negli anni 20 non ero nato, ma ho visto quel che è accaduto l'altro giorno e finché non ho la certezza che in passato sia accaduto qualcosa di paragonabile a quanto visto, resterò del mio parere, mi spiace.

MrPippoTN

#58
Citazione di: Giacomo da Centa il Sab 03 Novembre, 2018, 18:34:11
Occhio però che poi alla fine tendiamo a predicare bene, e poi a passare tante ore della nostra vita su una macchina a fare CO2. Dovremo cambiare gli stili di vita noi, io, tutti, quanto prima.

Ne sono consapevolissimo, ma vorrei che fosse chiaro che io non predico nulla... Spero che il diretto interessato non se la prenda ma io da questo punto di vista non sono come Enrico. Non ho mai scritto rinunciate a questo o quello. Da che pulpito, poi? Io che non vado molto al di là della differenziata e uso la macchina quotidianamente. Sto solo dicendo che questi per me sono gli effetti del GW, mica che da domani dobbiamo tutti andare a piedi e rinunciare alle nostre comodità. Anche perché personalmente reputo che ormai sia stato superato un punto di non ritorno ed essendo convinto che oramai sul pianeta ci siano troppi esseri umani, non nascondo il pensiero che, purtroppo, nel giro di cent'anni sia sostanzialmente auspicabile qualche forma di evento catastrofico associato ad una (speriamo parziale) estinzione di massa. E sono consapevolissimo che si tratta di un pensiero terribile, eh.

Insomma, il vero problema, per me, non è tanto la mia auto, quanto il fatto che quando andavo alle elementari sul pianeta eravamo 3-4 miliardi, oggi siamo quasi 8 miliardi e di questo passo fra 100 anni saremo 10 miliardi. Di fronte a queste cifre c'è veramente poco da fare, a livello personale...

La grande sfida è il progresso tecnologico, altrimenti le catastrofi ambientali saranno inevitabili. Tra l'altro credo che la grande differenza tra l'ambientalismo degli anni '80 e quello odierno consista proprio nel fatto che se trent'anni fa sussisteva l'ingenua convinzione che ciascuno di noi potesse contribuire a salvare il pianeta, oggi sappiamo benissimo che se le decisioni non vengono prese a livello politico ed internazionale, qualunque contributo personale alla causa risulterà pressoché inutile come una goccia nell'oceano. Per questo non spreco fiato a fare prediche: credo piuttosto che serva costituire movimenti politici finalizzati ad imporre dall'alto scelte molto impopolari. Non tanto per salvare noi stessi o i nostri figli, ma per sperare che i nostri nipoti riescano a vivere in un mondo già di per sé sufficientemente devastato come quello che si ritroveranno a prescindere dai progressi che noi e i nostri figli riusciremo a mettere in campo nella migliore delle ipotesi.

Inoltre, se proprio devo dirla tutta, siccome ho una scarsissima considerazione degli esseri umani, per me siamo già sostanzialmente fottuti, ma spero di sbagliarmi: ho bisogno di credere in qualche tipo di miracolo ma sono abbastanza convinto che, se avrò la fortuna di campare fino ad 80/90 anni, purtroppo vedrò la Terra senza ghiacci polari artici, il Trentino senza ghiacciai e Venezia sott'acqua. E prima di arrivare a tutto questo, in mezzo, molto probabilmente assisterò a tanti episodi come quelli che negli ultimi anni stanno flagellando l'Italia da nord a sud. A sto giro ci siamo andati di mezzo anche noi, ma anche quando non ne siamo direttamente coinvolti, qualcosa ormai in questo paese succede praticamente 4-5 mesi.

Citazione di: elnino il Sab 03 Novembre, 2018, 11:50:19Ripeto, credo che non sarebbe stato impossibile trovarsi con i terreni più umidi e/o neve al suolo, pur mantenendo sostanzialmente il Mediterraneo rovente e quella magnitudo di anomalie termiche; non è del tutto vero che questo disastro è nato proprio perché non aveva fatto nulla prima, purtroppo sono convinto che il prossimo step di tragedia sia avere condizioni come le ultime, innestate su una situazione di partenza più compromessa perché come dici ormai 9 giorni su 10 fa più caldo di una volta. Allora sì, ne vedremo delle...brutte davvero.

Alcune considerazioni dopo una mattinata passata con la motosega:

1. Dal punto di vista della sola pioggia, abbiamo battuto i record 1966 e 1882, ma a parte Dimaro, sul territorio è successo poco a livello di disagi e questo indica che si è lavorato bene a livello di opere idrauliche e interventi sui bacini (briglie, dighe, argini, etc). Nella mia piccola realtà di Centa sì, qualche franettina su qualche strada (e a casa mia), ma tutto sommato poco in confronto a quanto mi sarei aspettato con un evento di simile portata.

2. Discorso schianti. Non ci sono serie lunghe di dati anemometrici e nell'era dell'informazione sappiamo tutto. Resto convinto si sia trattato di un evento senza precedenti negli ultimi secoli o almeno qui a Centa mia nonna parlava di un disastro sui castagni negli anni '40, ma di più non saprei perché è morta. Mi chiedo tuttavia, vedendo la situazione qui, cosa sarebbe accaduto 50 o 100 anni fa con analogo vento. La risposta è che qui a Centa il disastro sarebbe stato assai inferiore penso, perché i boschi erano molto ma molto più sfruttati, dove oggi c'è bosco fitto, con abeti enormi (tutti a terra) un tempo c'erano prati e vigneti. Sulle cartoline di inizio secolo i paesi trentini (Centa idem) sono circondati da campi, orti e pascoli dove oggi c'è foresta fitta e/o monocoltura di abeti, gli alberi più fragili di fronte al vento.



Rispetto a questi ultimi punti condivido tutto.

MrPippoTN

A proposito, Oggi sono stato a fare un giro a Levico. Una strage.