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Stagioni astronomiche e stagioni meteorologiche

Aperto da MrPippoTN, Ven 11 Marzo, 2016, 08:28:50

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MrPippoTN

Premessa molto semplice: conosciamo tutti la differenza tra stagioni astronomiche e stagioni meteorologiche, ma il perché si faccia questa distinzione lo sappiamo? Io no.

Se l'equinozio di primavera cade attorno al 21 marzo, perché si parla di primavera meteorologica sin dal giorno 1?

Chi ha stabilito questa convenzione e perché?   

Giacomo da Centa

#1
Sul "chi", pare una convenzione nata da lontano: https://en.wikipedia.org/wiki/Season#Modern_mid-latitude_meteorological.

Sul "perchè", fare le medie su mesi interi e più in linea con la stagione (obiettivamente le stagioni astronomiche sono troppo sfasate, il 20 dicembre non può essere considerato autunno, etc...) e soprattutto con i mesi più freddo e più caldo che cadono al centro delle rispettive stagioni, è una ottima idea...penso siano essenzialmente questi i motivi e che siano saltati all'occhio fin dai primordi.

MrPippoTN

Ho trovato un articolo su Meteolive, ma non mi sembra molto esaustivo: http://meteolive.leonardo.it/news/In-primo-piano/2/perch-le-stagioni-meteorologiche-differiscono-da-quelle-astronomiche-/8873/

Perché le stagioni meteorologiche differiscono da quelle astronomiche?
Le stagioni astronomiche hanno un significato fisico ben definito, mentre quelle meteorologiche sono state fissate per convenzione.


Le stagioni astronomiche come sappiamo iniziano quando il nostro pianeta raggiunge 4 punti ben definiti dell'orbita, delle posizioni particolari che la Terra assume sempre nello stesso periodo temporale; in generale una stagione inizia sempre nella terza decade di marzo, giugno, settembre e dicembre, con variazioni di qualche decina di ore a seconda dell'anno (ad esempio nel 2003 l'autunno è cominciato il 23 settembre alle ore 10:47, ma nel 2004 o nel 2005 potrebbe anche cominciare il 22 settembre).
Le stagioni meteorologiche invece iniziano in giorni diversi rispetto a quelle astronomiche; in particolare:
1) La primavera meteorologica inizia sempre il 1° marzo e finisce sempre il 31 maggio. 2) L'estate meteorologica inizia sempre il 1° giugno e finisce sempre il 31 agosto.
3) L'autunno meteorologico inizia sempre il 1° settembre e finisce sempre il 31 novembre.
4) L'inverno meteorologico inizia il sempre 1° dicembre e finisce sempre il 28 (o 29) febbraio.
Perché esiste questa differenza? Il motivo della distinzione sta proprio nelle parole "astronomico" e "meteorologico"; le stagioni astronomiche infatti seguono il criterio precedentemente illustrato.
Le date delle stagioni meteorologiche invece non hanno un significato fisico, ma sono state fissate per convenzione, seguendo un criterio di massima, che vuole ad esempio i mesi che vanno da dicembre a febbraio (compresi), come quelli che meglio caratterizzano l'inverno dal punto di vista meteorologico, con il freddo più pungente, le nevicate più abbondanti, e così via.
Tuttavia una distinzione del genere può servire ai meteorologi per poter valutare alcuni fattori essenziali, come l'impatto di una perturbazione su un certo tipo di territorio (con effetti che cambiano da stagione a stagione appunto) o altre cose simili.
In definitiva la cosa importante da ricordare è questa: le stagioni astronomiche hanno un significato fisico ben preciso, mentre le stagioni meteorologiche sono solo delle convenzioni, che possono servire da valido riferimento "per gli addetti ai lavori".

Lorenzo Catania

Non spiega granché. Dice solo che è una convenzione.

MrPippoTN

#3
Questo articolo già mi piace molto di più: http://www.emiliaromagnameteo.com/la-differenza-tra-stagioni-meteorologiche-e-stagioni-astronomiche/

La differenza tra stagioni meteorologiche e stagioni astronomiche
Le stagioni meteorologiche non coincidono con quelle astronomiche. Parliamo della differenza della data di inizio e vediamo di capirne le ragioni.



Ognuno di noi avrà avuto modo prima o dopo, ascoltando un bollettino meteorologico di sentire annunciare da chi parla dell'inizio della tal stagione meteorologica. Ad esempio, poniamo inizi l'autunno meteorologico. Guardiamo il calendario e ci accorgiamo che é il primo di settembre, mentre la nuova stagione da un punto di vista astronomico, lo sappiamo, non inizia che il 23. Si tratta di una clamorosa gaffe? No: quanto appena udito corrisponde alla assoluta realtà in quanto le stagioni meteorologiche non seguono il calendario astronomico.

In effetti la differenza si concretizza con un "anticipo" al primo giorno del mese dell'effettivo verificarsi del solstizio o equinozio. Ma tutto questo ha un motivo: solo osservando le caratteristiche peculiari del tempo è stato necessario fare ciò.

Poniamo questo semplice esempio. Normalmente fa più caldo il 15 giugno o il 15 settembre? La risposta la troviamo nel grafico allegato e noteremo che è il 15 giugno. E' giusto dunque considerare ancora primavera un periodo dell'anno con temperature ormai da spiaggia a vantaggio di un periodo dell'anno dove, soprattutto se si sono verificati i primi temporali di rottura ormai l'aria risulta rinfrescata?

Lo stesso discorso potremmo farlo in inverno accostando le temperature medie del 15 dicembre con quelle del 15 marzo. Questo comunque non è altro che un aspetto delle caratteristiche più complesse del tempo. Infatti le posizioni tipiche, o comunque quelle che dovrebbero essere le posizioni tipiche delle Alte e Basse Pressioni e il conseguente tipo di tempo che ne deriva, risultano seguire proprio questa regola.

Per intenderci meglio, ogni stagione al di la delle temperature è caratterizzata anche da uno schema di circolazioni tipico: l'estate con il famosissimo anticiclone delle Azzorre, la primavera e l'autunno con il prevalere delle piovose perturbazioni atlantiche e l'inverno con un certo dominio degli anticicloni continentali. E tutto questo comincia ad avvenire o comunque si notano i segni del cambiamento di norma due o tre settimane prima dell'avvento della stagione astronomica.

Anche se possono accadere delle eccezioni e il tempo talvolta sembra volere smentire questa tesi in quanto può succedere, soprattutto all'inizio della nuova stagione che domini ancora la vecchia circolazione, vi assicuriamo che osservando la climatologia media del passato, vale quanto detto oggi.

Marco Luca Muratori

MrPippoTN

Trovo abbastanza convincente questo passaggio:

Poniamo questo semplice esempio. Normalmente fa più caldo il 15 giugno o il 15 settembre? La risposta la troviamo nel grafico allegato e noteremo che è il 15 giugno. E' giusto dunque considerare ancora primavera un periodo dell'anno con temperature ormai da spiaggia a vantaggio di un periodo dell'anno dove, soprattutto se si sono verificati i primi temporali di rottura ormai l'aria risulta rinfrescata?

Però vorrei verificarlo per vedere se è qualcosa di puramente intuitivo o statisticamente comprovato. Prendo le medie di Rovereto e confronto dicembre con marzo e giugno con settembre.



Beh, non c'è che dire. Dicembre è mediamente molto più freddo di marzo (1.9°C contro 8,4°C) e giugno è mediamente molto più caldo di settembre (20.9°C contro 18,2°C).

MrPippoTN

Vorrei inoltre sottoporre all'attenzione del Franz quest'altro passaggio:

Per intenderci meglio, ogni stagione al di la delle temperature è caratterizzata anche da uno schema di circolazioni tipico: l'estate con il famosissimo anticiclone delle Azzorre, la primavera e l'autunno con il prevalere delle piovose perturbazioni atlantiche e l'inverno con un certo dominio degli anticicloni continentali. E tutto questo comincia ad avvenire o comunque si notano i segni del cambiamento di norma due o tre settimane prima dell'avvento della stagione astronomica.

l'inverno con un certo dominio degli anticicloni continentali.

l'inverno con un certo dominio degli anticicloni continentali.

l'inverno con un certo dominio degli anticicloni continentali.

Estate / Inverno = STAGIONI PREVALENTEMENTE ANTICICLONICHE
Primavere / Autunno = STAGIONI PREVALENTEMENTE CICLONICHE

Lo capirai un giorno?

:ciao:

Enrik

Trovo il tema delle stagioni meteorologiche molto scivoloso.

Andrebbero fissati i parametri, cosa intendiamo per inverno dal punto di vista termico? Entro quali range ci muoviamo? Immagino poi che questi range debbano variare a seconda della regione, ma anche a seconda dell'altitudine della località. Per intenderci: in questo momento Rovereto, grosso modo secondo i nostri parametri, ha indubbiamente una situazione primaverile; se ci spostiamo 1000 m. più in alto, Folgaria o Serrada, la risposta cambia è possiamo probabilmente rispondere che la situazione è invernale (non fosse che per lo 0 termico a 1700m.).

Rimane poi l'impronta dell'abitudine e dell'esperienza. Prendendo il nostro fondovalle gli ultimi tre inverni astronomici sono stati di impronta autunnale, con brevi parentesi invernali. Anche la montagna, seppure in misura minore, ha vissuto una continua alternanza di stagioni. Ma se questa dovesse diventare la regola per i prossimi venti anni, beh, allora questo diventerebbe il nostro inverno e le settimane fredde come quella di gennaio, ondate di gelo intenso.

C'è poi la provocazione "soggettiva" che anch'io ho fatto in passato su questo forum. Per me l'inverno del fondovalle trentino inizia a dicembre e finisce a fine gennaio. Questo non toglie che anche in altri mesi vi possano essere episodi invernali, così come al 31 luglio può darsi una giornata di pioggia con massime a + 20. Anche queste affermazioni lasciano il tempo che trovano.

C'è poi la questione delle circolazioni tipiche, ma anche prendendo gli ultimi inverni cosa vediamo come assetti prevalenti? Hp azzurre-africano e atlantico medio-basso! Sono assetti tipicamente invernali?? Mah...

Non per sminuire il senso del thread su un tema che ripeto rimane per me molto affascinante.

ross

Citazione di: MrPippoTN il Ven 11 Marzo, 2016, 09:56:34

Estate / Inverno = STAGIONI PREVALENTEMENTE ANTICICLONICHE
Primavere / Autunno = STAGIONI PREVALENTEMENTE CICLONICHE

Lo capirai un giorno?

:ciao:

ovviamente parli del tuo orticello? perche' queste etichette sono locali.

Ma poi che problema c'e' come e' definito l'inverno? Per certe analisi pensa si prende novembre-marzo per dire. L'anno idrologico e' dicembre-dicembre. Son convenzioni, dipende qual'e' l'oggetto della tua ricerca. Prendere il mese solstiziale/equinoziale e i 2 mesi dopo non mi pare una cosa malvagia e semplifica le analisi, invece che doversi cercare una data che per giunta cambia un po' ogni anno
BAROMETER, n.
An ingenious instrument which indicates what kind of weather we are having. - A. Bierce, The Devil's Dictionary

MrPippoTN

Citazione di: Giacomo da Centa il Ven 11 Marzo, 2016, 09:18:50
Sul "chi", pare una convenzione nata da lontano: https://en.wikipedia.org/wiki/Season#Modern_mid-latitude_meteorological.


Interessante:

In 1780 the Societas Meteorologica Palatina (which became defunct in 1795), an early international organization for meteorology, defined seasons as groupings of three whole months as identified by the Gregorian calendar. Ever since, professional meteorologists all over the world have used this definition.

Traduco:

Nel 1780 la Societas Meteorologica Palatina, una prima organizzazione meteorologica internazionale che si sciolse nel 1975, definì le stagioni come raggruppamenti di tre mesi interi, così come erano identificati dal calendario gregoriano. Da allora, i meteorologi professionisti di tutto il mondo hanno iniziato a seguire questa convenzione.

MrPippoTN

Citazione di: ross il Ven 11 Marzo, 2016, 10:11:27


ovviamente parli del tuo orticello?

Ovvio.  :orticellista: Scherzi a parte...

Citazione di: ross il Ven 11 Marzo, 2016, 10:11:27perche' queste etichette sono locali.

Ovviamente, Ale, non sto parlando delle stagioni in India, siamo su Meteo Trentino Alto Adige. Certo, il thread può andare avanti: sarebbe interessante partire dall'abc per fare dei distinguo ed approfondire la questione ragionando su come funziona l'avvicendamento delle stagioni in quota, magari mille metri sopra i nostri fondovalle. Basterebbe osservare con attenzione gli spaghi per capire che ad 850 hPa marzo è più freddo di dicembre. Oppure possiamo esaminare similitudini o differenze tra la nostra area e le regioni d'oltralpe, o le Isole Britanniche... Ho aperto un thread apposta per offrire spunti. Ad ogni modo a livello continentale quei pattern barici di massima ci sono, o per lo meno ci dovrebbero essere. Lo ribadisco perché il Franz è convinto che una perturbazione, in pieno inverno, non si può definire tale se non gli scarica in testa 60 mm con rain/rate estivi. Lo inviterei a ripassare le medie pluviometriche di gennaio e febbraio.



Febbraio 2016 si è chiuso a 140 mm a San Giorgio. E la mia stazione meteo sottostima.
Abbiamo alle spalle un febbraio incredibile che ha sostanzialmente colmato il gap precipitativo dei mesi precedenti, diciamolo.

Citazione di: ross il Ven 11 Marzo, 2016, 10:11:27Ma poi che problema c'e' come e' definito l'inverno? Per certe analisi pensa si prende novembre-marzo per dire. L'anno idrologico e' dicembre-dicembre. Son convenzioni, dipende qual'e' l'oggetto della tua ricerca. Prendere il mese solstiziale/equinoziale e i 2 mesi dopo non mi pare una cosa malvagia e semplifica le analisi, invece che doversi cercare una data che per giunta cambia un po' ogni anno

Certo, ma un conto è accettare una consuetudine come incontrovertibile convenzione calata dall'alto, un conto è comprenderne le ragioni. La settimana scorsa ho portato una lezione meteo in una scuola, e un ragazzino mi ha messo in crisi chiedendomi "Perché la primavera meteorologica è già iniziata il primo marzo? Fuori c'è la neve." Risposta: "Per convenzione". Controdomanda: "Si ma... perché?".

Bambino 1- MrPippoTN 0. A casa.

ross

#10
Citazione di: MrPippoTN il Ven 11 Marzo, 2016, 10:33:13

Certo, ma un conto è accettare una consuetudine come incontrovertibile convenzione calata dall'alto, un conto è comprenderne le ragioni. La settimana scorsa ho portato una lezione meteo in una scuola, e un ragazzino mi ha messo in crisi chiedendomi "Perché la primavera meteorologica è già iniziata il primo marzo? Fuori c'è la neve." Risposta: "Per convenzione". Controdomanda: "Si ma... perché?".

Bambino 1- MrPippoTN 0. A casa.

;D ;D ;D ;D aa ok, contesto chiaro ora. Se e' frustrazione per domande intelligenti dai bimbi, supporto pieno. La risposta: perche' e' cosi, gli anziani lo hanno deciso e muuuto!  :P

Dai potevi dirgli, neve non e' sinonimo di inverno. La primavera na noi ha variabilita' spiccata con caratteristiche dell'una e l'altra stagione che unisce blabla
BAROMETER, n.
An ingenious instrument which indicates what kind of weather we are having. - A. Bierce, The Devil's Dictionary

MrPippoTN

Molto ignorantemente, gli ho risposto una cosa del tipo: "Anche se l'inizio della primavera può essere caratterizzato da qualche ultima recrudescenza invernale, ormai fa mediamente più caldo". E poi ho rapidamente cambiato argomento ;D

Giuro che mettono più in crisi le quinte elementari delle quinte liceo.

yakopuz

Citazione di: ross il Ven 11 Marzo, 2016, 10:11:27
Citazione di: MrPippoTN il Ven 11 Marzo, 2016, 09:56:34

Estate / Inverno = STAGIONI PREVALENTEMENTE ANTICICLONICHE
Primavere / Autunno = STAGIONI PREVALENTEMENTE CICLONICHE

Lo capirai un giorno?

:ciao:

ovviamente parli del tuo orticello? perche' queste etichette sono locali.

Ma poi che problema c'e' come e' definito l'inverno? Per certe analisi pensa si prende novembre-marzo per dire. L'anno idrologico e' dicembre-dicembre. Son convenzioni, dipende qual'e' l'oggetto della tua ricerca. Prendere il mese solstiziale/equinoziale e i 2 mesi dopo non mi pare una cosa malvagia e semplifica le analisi, invece che doversi cercare una data che per giunta cambia un po' ogni anno

L anno idrologico dura un anno e va dall'inizio della stagione di accumulo alla fine della stagione di ablazione. Per convenzione l'anno idrologico sulle Alpi comincia il primo ottobre e finisce il 30 settembre.Per le attività glaciologiche si USA lo stesso, ma a Volte ho sentito anche di 1 settembre - 31 agosto, in idrologia per climi meno freddi si fa 1  Novembre 31 ottobre.
Dipende dalla applicazione che si fa. Non ha senso tagliare in due la stagione di accumulo invernale per molte applicazioni.
Il futuro e' nel presente ... devi solo sapere dove e'

elnino

La ragione penso sia esclusivamente di natura storica/pratica: sin dal 18° secolo si sono sempre pubblicate le medie mensili, pertanto l'unico modo di definire una stagione è dal 1°del mese, perché dati giornalieri ai tempi della carta non venivano normalmente pubblicati per ragioni di spazio.
Ancora oggi si hanno solo dati mensili per la maggior parte delle serie storiche, in quanto più facili da trovare e veloci da digitalizzare.

Aggiungo che non ha molto senso pensare ad un criterio fisico per definire le stagioni (specialmente alle nostre latitudini), in quanto il concetto stesso di stagione è una convenzione (chi lo dice che le stagioni devono essere quattro?). È come pensare ad un criterio fisico per definire i mesi.
Dati live Ceola di Giovo (Val di Cembra, 580m slm):
http://osservatorioceola.altervista.org

MrPippoTN

#14
Citazione di: Enrik il Ven 11 Marzo, 2016, 10:08:57
Trovo il tema delle stagioni meteorologiche molto scivoloso.

Andrebbero fissati i parametri, cosa intendiamo per inverno dal punto di vista termico? Entro quali range ci muoviamo? Immagino poi che questi range debbano variare a seconda della regione, ma anche a seconda dell'altitudine della località. Per intenderci: in questo momento Rovereto, grosso modo secondo i nostri parametri, ha indubbiamente una situazione primaverile; se ci spostiamo 1000 m. più in alto, Folgaria o Serrada, la risposta cambia è possiamo probabilmente rispondere che la situazione è invernale (non fosse che per lo 0 termico a 1700m.).

Rimane poi l'impronta dell'abitudine e dell'esperienza. Prendendo il nostro fondovalle gli ultimi tre inverni astronomici sono stati di impronta autunnale, con brevi parentesi invernali. Anche la montagna, seppure in misura minore, ha vissuto una continua alternanza di stagioni. Ma se questa dovesse diventare la regola per i prossimi venti anni, beh, allora questo diventerebbe il nostro inverno e le settimane fredde come quella di gennaio, ondate di gelo intenso.

C'è poi la provocazione "soggettiva" che anch'io ho fatto in passato su questo forum. Per me l'inverno del fondovalle trentino inizia a dicembre e finisce a fine gennaio. Questo non toglie che anche in altri mesi vi possano essere episodi invernali, così come al 31 luglio può darsi una giornata di pioggia con massime a + 20. Anche queste affermazioni lasciano il tempo che trovano.

C'è poi la questione delle circolazioni tipiche, ma anche prendendo gli ultimi inverni cosa vediamo come assetti prevalenti? Hp azzurre-africano e atlantico medio-basso! Sono assetti tipicamente invernali?? Mah...

Non per sminuire il senso del thread su un tema che ripeto rimane per me molto affascinante.

A proposito di provocazioni soggettive... Potremmo anche giocare a definire le stagioni su scala locale sulla base di criteri condivisi, introducendo un concetto di "stagione microclimatica" o "locale". Qualcosa che risponda a quesiti del tipo "quale sarebbe la normalità climatica in questo periodo dell'anno, a Rovereto / Trento / Riva / Bolzano / Predazzo / Folgaria / Cles / eccetera?" Del resto esistono classificazioni analoghe anche per schematizzare la tipologia dei venti (che si possono dividere in costanti, periodici e locali), per cui non vedo perché non si possa inventare una classificazione di comodo per definire le caratteristiche delle stagioni sulla base di criteri microclimatici. Cosicché, oltre ad inverno astronomico e ad inverno meteorologico si potrebbe parlare, in via del tutto informale, di "inverno trentino", o di "inverno roveretano", o "rivano", etc.

Certo, sarebbe un gioco, ma secondo me risulterebbe interessante e didattico se fondato sulle medie. Ad esempio, se io dovessi definire l'inverno nei fondovalle del versante subalpino, ricorrerei ad una descrizione di questo tipo:

"Stagione più fredda dell'anno, caratterizzata da temperature che in condizioni di stabilità scendono sottozero con una certa regolarità e da passaggi perturbati non particolarmente frequenti che generalmente producono scarse precipitazioni. Caratteristiche tipiche della stagione invernale sono fenomeni quali: lunghi periodi di stabilità accompagnati da inversione termica, brinate notturne, perturbazioni che mediamente apportano sulla provincia accumuli inferiori a 10-15 mm. Le precipitazioni avvengono prevalentemente sotto forma nevosa".

Pongo l'accento su quest'ultima frase: "Le precipitazioni avvengono prevalentemente sotto forma nevosa". Qualcuno potrebbe obiettare: "Eh, ma ormai non è più così". Perfetto. Allora vuol dire che non esiste più l'inverno così come siamo stati abituati a concepirlo finora, perché l'inverno dovrebbe essere quella roba lì. Non so se mi spiego. Ciò significa che di questo passo dovremo dare una nuova definizione di inverno trentino perché finora, qui da noi, l'inverno è sempre stato il periodo dell'anno in cui nevica. O meglio: in cui, se precipita qualcosa dal cielo, dovrebbe accadere prevalentemente sotto forma di neve anche a fondovalle, altrimenti non è inverno.

Ora... Mi rendo conto poi che sulla base di una simile descrizione corrisponderebbero a mesi invernali solo gennaio e febbraio. Inoltre c'è da dire che la situazione è in continuo divenire. A Rovereto, per dire, negli ultimi anni, solo gennaio e la prima metà di febbraio si potrebbero definire "inverno". Già nella seconda metà di febbraio, infatti, andare sottozero comincia a diventare sempre più difficile o comunque non così matematico. Dicembre inoltre risulterebbe un mese di stampo più autunnale, dato che una possibile definizione di autunno potrebbe essere questa:

"Stagione di passaggio, caratterizzata da un progressivo raffreddamento termico e da frequenti occasioni perturbate, generalmente di matrice atlantica. Nella sua ultima fase, occasionalmente, si possono verificare condizioni termiche di stampo invernale".

Anche a quell'occasionalmente, tra l'altro, andrebbe accompagnato un "sempre più raramente". Purtroppo. Ne risulta che per un amante del freddo e della neve a bassa quota la stagione migliore, quella cioè utile a "pretendere un po' di vere emozioni" a fondovalle si sta progressivamente accorciando. Fino a qualche anno fa il vero inverno andava da fine novembre a fine febbraio. Ora come ora, al netto della mia pia illusione di considerare l'inizio del vero inverno l'inizio del periodo natalizio (parlo della prima domenica dell'Avvento), di fatto direi che questa fase va da metà dicembre a fine gennaio. Il che non significa che prima o dopo non possa nevicare o non possano verificarsi brinate, ma significa che in quel periodo, ancora per qualche anno, mi sento tenuto a pretendere che debba prevalentemente nevicare anche a bassa quota e che in condizioni di stabilità debbano verificarsi brinate estese.