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Val di non: analisi e descrizione microclimatica

Aperto da Thomyorke, Gio 01 Agosto, 2013, 12:08:42

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Thomyorke

Come forse tutti ormai da un pezzo sapete, entro un paio di mesi mi trasferirò a Mollaro, nel "pianoro" che determina il passaggio fra la bassa e la media valle. Approfitto del trasferimento per cercare di definire meglio i caratteri climatici della valle e tratteggiare nel corso del tempo un vero e proprio "diario" meteorologico in cui eventi più o meno significativi verranno utilizzati allo scopo di delineare la specificità microclimatica della media e bassa valle rispetto ad altre aree del trentino: fondamentale sarà dunque il confronto con i dati relativi ad altre zone geografiche regionali con le quali verranno fatti dei confronti sistematici tenendo conto del tipo di correnti che accompagneranno gli eventi monitorati ( a questo proposito l'analisi prenderà certamente spunto dal bellissimo lavoro svolto da Giacomo in occasione degli eventi perturbati avvenuti questo inverno).
Naturalmente al più presto webcam e stazione in giardino (vero Pippo?! ;D ;D ;D)
Intanto vi lascio con questo filmato molto significativo:

fine Aprile 2012...Mollaro:

Naprile 2012
www.meteomollaro.it 

Il 28 dicembre 2020 verrà festeggiato come il 25 Aprile della meteorologia trentina. Amen.

Giacomo da Centa

Sono quasi commosso Franz!!! Non vedo l'ora di vedere le differenze, anche perchè, come appunto avevo già detto, ho lavorato a Mollaro 8 anni a pochi passi da dove abiterai e, così su due piedi, e specie in inverno, le differenze con le zone di Trento a pari quota erano molto spesso mostruose.
Ciao!

yakopuz

Io a Mollaro ho una amica di famiglia. Ho racconti di nevicate mostruose.

Vista la quota davvero bassa sotto i 450 m (paragonabile a Povo, Oltrecastello ...) penso sia uno dei posti piu nevosi del Trentino. Meglio solo Denno/Campodenno che pero sono anche molto meno soleggiati.

Beneficia del materasso inespugnabile della Val di Non con ancora buone precipitazioni che vengono dal Garda.
Una specie di Gardolo noneso con il passo di Andalo a fare in trampolino.

In primavere e estate invece molto ventoso, per via di brezza di Valle.

Farai presto a umiliarci con mirabolanti nevicate ...
Il futuro e' nel presente ... devi solo sapere dove e'

Thomyorke

Hehehe....come dici forse campodenno è ancora più notevole sotto il profilo neve ma logisticamente e paesaggisticamente parlando mollaro è un altro mondo...
Sulla quota non ho info precise ma penso sia sui 485 mt...
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Il 28 dicembre 2020 verrà festeggiato come il 25 Aprile della meteorologia trentina. Amen.

MrPippoTN

Te la dico io la quota di casa tua: 450 m slm circa, sulla base dell'Atlante Cavazzani.

Thomyorke

Ho un po' di tempo a disposizione e lo vorrei dedicare all'analisi dello strano caso del passaggio del fronte perturbato prenatalizio del 22/23 dicembre 2009.
Venivamo da una delle più forti ondate di gelo dell'ultimo decennio, complice anche il periodo di scarso soleggiamento. Ricordo bene che gli spaghi prevedevano un forte aumento termico legato all'entrata nel mediterraneo di correnti zonali provenienti dal medio/basso atlantico, correnti che avrebbero scalzato con inaudita facilità il cuscino freddo formatosi sul nord Italia grazie alla reiterata azione delle irruzioni gelide artico continentali...
Un primo fronte apripista, piuttosto blando rispetto a quelli che seguirono, transitava sul Trentino Alto Adige la sera del 21 dicembre apportando diffuse nevicate deboli o moderate: gran neve anche a Riva e Arco, colpite da prp più consistenti ma fece una ventina di cm farinosi anche a Trento con temperature glaciali ed insolite durante le precipitazioni...ricordo che il termo dell'auto segnava - 4C° al ritorno dal lavoro in pieno centro, con turbini di neve che si alzavano dall'asfalto al passaggio delle macchine.
Ecco due momenti tratti dall'archivio wetterzentrale: il primo si riferisce all'irruzione gelida, il secondo al passaggio del primo fronte che ha apportato le diffuse nevicate.


 





Il 22 dicembre Trento era uno spettacolo. Pinnacoli di ghiaccio scendevano dai lampioni e le strade erano del tipico colore delle strade invernali di montagna: il sale non riusciva a contrastare del tutto il gelo dovuto alle basse temperature e al suolo particolarmente freddo e una poltiglia marroncina ricopriva gran parte della carreggiata, laddove il bianco non faceva capolino creando l'effetto di una omogeneità fra strade prati e marciapiedi. Subito dopo pranzo ero con il Pippo a bere il caffè e già fantasticavo sul nevone che ci avrebbe investiti quella sera e durante la notte successiva, visto che era imminente il transito di un fronte più strutturato di quello appena passato, un fronte che prometteva una quarantina abbondante di millimetri. Quella volta però Trento non si dimostrò all'altezza e con grande apprensione nel tardo pomeriggio cominciavano a scendere delle goccioline d'acqua nonostante una temperatura abbondantemente negativa. Erano i prodromi di un intenso gelicidio: le quote medioalte erano saltate e sul forum molti commentavano amaramente i 3 gradi positivi che venivano registrati alle Viote del Bondone...
La speranza era riposta nell'intensità delle precipitazioni che avrebbe potuto assestare la colonna d'aria eliminando gli strati caldi a favore di una miracolosa omotermia. Ma, a parte brevi momenti di acquaneve, a Martignano fu solo gelicidio.  Ecco il transito del fronte. Le abbondanti nevicate sono molto spesso il frutto di particolari congiunture nelle quali gioca un ruolo fondamentale il tempismo: se, al posto del fronte "carretta" del 21 fosse transitata la forte perturbazione del 22 notte, Trento si sarebbe molto probabilmente svegliata con più di mezzo metro di farina al suolo.





Ma perché ho postato l'abbozzo di analisi nel thread dedicato alla Val di Non!? Semplice: qui il cuscino non ha ceduto e durante la notte cadde qualcosa come una quarantina di cm con fiocchi giganti. Durante la pausa pranzo andai a verificare di persona e rimasi sbigottito: già alla Rocchetta i primi segni della nevicata notturna, ma dopo la galleria fu il tripudio della neve atlantica con i tetti delle case di Maso Milano che "soccombevano" sotto il peso della abbondante nevicata notturna. Tutta la valle fu presa bene anche se, per dire c'era più neve a Taio che a Sfruz, segno evidente che la scaldata alle medie quote si è fatta sentire soprattutto laddove l'orografia, complice la maggior apertura della vallata, non ha permesso una adeguata permanenza alle sacche di aria fredda. Anche a Bolzano fu gran neve ma questa è un'altra storia e forse Enrico ci saprà fornire dettagli più interessanti!
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Lorenz1982

Io non ricordo cosa successe a Borgo nel pomeriggio del 22 ma ricordo bene la neve che scendeva finissima e si incollava sull'asfalto per le temperature sottozero. La prima foto l'ho scattata a Borgo davanti all'acciaieria e la seconda nella zona artigianale di Gardolo il 22 mattina.


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Heinrich

Citazione di: Thomyorke il Ven 23 Agosto, 2013, 11:29:32... segno evidente che la scaldata alle medie quote si è fatta sentire soprattutto laddove l'orografia, complice la maggior apertura della vallata, non ha permesso una adeguata permanenza alle sacche di aria fredda. Anche a Bolzano fu gran neve ma questa è un'altra storia e forse Enrico ci saprà fornire dettagli più interessanti!

Che dettagli? Hai già descritto molto bene l'andamento della perturbazione.
;)
Vuoi un dettaglio veramente curioso e interessante su quella data?

Anzi, un vero e proprio trucco! Il motivo per cui Bolzano e l'A.Adige con S e SW tesi resistono di più con la +0°C in quota è principalmente orografico.

Guardando le mappe termiche a 850 hPa di quella nottata, 22/23 dicembre '09, e di altre vicende simili, ho notato che esiste un'isola termica in quota che trattiene più che altrove i residui rimasti del cuscino d'aria fredda incastonato nei bassi strati.
L'unica cosa capace di trattenere e 'nascondere' l'aria fredda al flusso umido teso meridionale è l'orografia, e l'A.Adige è orograficamente diversissimo dal Trentino.
Montagne più levigate e soprattutto altipiani vasti e piatti.
Proprio come la V.Non.

A livello microclimatico dunque, con afflusso da S-SW, accade che dal muro del Brenta verso nord la massa d'aria poggi su un suolo prevalentemente regolare, com'è la V.Non, com'è il catino della V.Adige subito sotto, e come sono poi gli altipiani piatti dei Sarentini e del Renon che -tirando una linea- vanno da Merano - Brixen a Bolzano fino giù a Cles.

Non c'è grande irregolarità, non ci sono vette da 3000mt. dal Brenta verso NE per kilometri e kilometri e qui cosa fa l'aria fredda? Fa il suo dovere: si appoggia, si adagia ai suoli e ci rimane finché le correnti tese da sud non la rosicchiano tutta quanta.



Lungo le vallate dolomitiche il fenomeno è simile, ma il quadro orografico è molto più frastagliato. Motivo per cui quella notte nevicò a Capriana e piovve a Predazzo e ci furono differenze meteorologiche notevoli da un versante all'altro. ;)


La Val di Non è la via del SW che consente all'A.Adige di non essere un vasto deserto montuoso insomma :P
Io qua senza quel corridoio ampio di mele e paesi non avrei la metà dell'acqua annua, né i ghiacciai importanti che stanno qua a nord l'avrebbero.


Col SW, se poi mi fa un luglio, tipo quest'ultimo nel 2013, con 28 giorni su 31 col Nord, allora non c'è altipiano che regga... >:( >:(

Thomyorke

Citazione di: Heinrich il Ven 23 Agosto, 2013, 13:42:36
Citazione di: Thomyorke il Ven 23 Agosto, 2013, 11:29:32... segno evidente che la scaldata alle medie quote si è fatta sentire soprattutto laddove l'orografia, complice la maggior apertura della vallata, non ha permesso una adeguata permanenza alle sacche di aria fredda. Anche a Bolzano fu gran neve ma questa è un'altra storia e forse Enrico ci saprà fornire dettagli più interessanti!

Che dettagli? Hai già descritto molto bene l'andamento della perturbazione.
;)
Vuoi un dettaglio veramente curioso e interessante su quella data?

Anzi, un vero e proprio trucco! Il motivo per cui Bolzano e l'A.Adige con S e SW tesi resistono di più con la +0°C in quota è principalmente orografico.

Guardando le mappe termiche a 850 hPa di quella nottata, 22/23 dicembre '09, e di altre vicende simili, ho notato che esiste un'isola termica in quota che trattiene più che altrove i residui rimasti del cuscino d'aria fredda incastonato nei bassi strati.
L'unica cosa capace di trattenere e 'nascondere' l'aria fredda al flusso umido teso meridionale è l'orografia, e l'A.Adige è orograficamente diversissimo dal Trentino.
Montagne più levigate e soprattutto altipiani vasti e piatti.
Proprio come la V.Non.

A livello microclimatico dunque, con afflusso da S-SW, accade che dal muro del Brenta verso nord la massa d'aria poggi su un suolo prevalentemente regolare, com'è la V.Non, com'è il catino della V.Adige subito sotto, e come sono poi gli altipiani piatti dei Sarentini e del Renon che -tirando una linea- vanno da Merano - Brixen a Bolzano fino giù a Cles.

Non c'è grande irregolarità, non ci sono vette da 3000mt. dal Brenta verso NE per kilometri e kilometri e qui cosa fa l'aria fredda? Fa il suo dovere: si appoggia, si adagia ai suoli e ci rimane finché le correnti tese da sud non la rosicchiano tutta quanta.



Lungo le vallate dolomitiche il fenomeno è simile, ma il quadro orografico è molto più frastagliato. Motivo per cui quella notte nevicò a Capriana e piovve a Predazzo e ci furono differenze meteorologiche notevoli da un versante all'altro. ;)


La Val di Non è la via del SW che consente all'A.Adige di non essere un vasto deserto montuoso insomma :P
Io qua senza quel corridoio ampio di mele e paesi non avrei la metà dell'acqua annua, né i ghiacciai importanti che stanno qua a nord l'avrebbero.


Col SW, se poi mi fa un luglio, tipo quest'ultimo nel 2013, con 28 giorni su 31 col Nord, allora non c'è altipiano che regga... >:( >:(

Bella descrizione orografica!! Aggiungo che la Val di Non con correnti da sud è particolarmente riparata dalle avvezioni calde anche per via del massiccio del Brenta che fa da filtro e permette la resistenza del cuscino. Le precipitazioni poi, anche se in parte attenuate rispetto alle giudicarie, non mancano: il trampolino orografico Molveno-Andalo garantisce una certa continuità dei fenomeni che non di rado comporta cadute di neve per il processo dell'abbassamento termico dovuto al calore latente di fusione!
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preda


bantu86

Io sono molto curioso di farmi il primo inverno in Trentino e di studiare la durata e la resistenza del cuscino. Lo scorso inverno ho testato la resistenza del cuscino padano (Piacenza) con ottimi risultati. Due volte ho visto neve a Trento e Piacenza mentre pioveva da rovereto a Milano. Risultati simili, in orografie totalmente diverse.


Inviato dal mio galaxy dal bosco!!


AltoGardameteo

Quella del 21-22 dicembre 2009 è uno dei più classici esempi di nevicata da libecciata, con fortissimo mantenimento del cuscinetto freddo nei fondovalle ed "erosione" dall'alto.

Vi ricordo che fino alla mattina del 22 anche qui in Busa le ultime precipitazioni furono nevose ... con gli ultimi fiocchi asciutti anche con la base delle nubi ben visibile fino a 2000 mt di quota e 0°C in Paganella ...

Quella del 14-15 dicembre scorso è stata una situazione piuttosto simile (in scala leggermente "minore" come quantitativi e temperature).

Thomyorke

bene, è arrivata la prima neve di stagione ieri...
Non mi dilungo sulla cronaca, volevo solo chiedere al pippo che tipo di attrezzatura (stazione meteo, meteohub etc.) ordinerà... ;) ;) ;)
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MrPippoTN

Stazione Meteo Davis Vantage Vue + Datalogger (Weatherlink) da collegare ad un mini server in grado di pubblicare in Internet i dati n tempo reale. Quest'ultimo può essere un Anemos WS5, un Meteohub o un Raspberry Pi.

Thomyorke

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